Ormai di foto parlo e scrivo e basta, farne nemmeno a parlarne e, probabilmente, mi sto pure inacidendo dato che sempre meno sopporto quello che vedo in ambito espositivo fotografico.
Oggi tocca alla
Fotografia Europa in mostra a Reggio Emilia, prima assoluta per me, nonostante la relativa vicinanza da dove abito, e nonostante ogni anno faccia centinaia di chilometri per vedere Arles e Cortona, questo festival non lo avevo mai preso in considerazione.
Credo si sia capito dalle prime parole che, per quanto mi riguarda, e sottolineo per il mio personalissimo, inesperto, gusto questo viaggio sia stato fondamentalmente un fiasco.
Posso riassumere così..
Se non ci fossero state la mostre di
Strand e Gardin (ma anche di Ghirri, che per inciso non mi ha mai sconvolto) sul progetto di Zavattini “Un paese”, una ulteriore bella retrospettiva sulla vita artistica dello stesso
Gardin e qualche bello scatto, sparpagliato tra le varie location, ci sarebbe stato da chiedere il rimborso del biglietto.
Non so davvero interpretare quello che ho visto, ma soprattutto non capisco la logica di chi seleziona certi progetti, più degni di una biennale di arte contemporanea che non di un evento fotografico.
Una delle cose che mi urta maggiormente è “la giovane fotografia” questo imperversare di “assenze” decine di “progetti” che nascono “dalla necessità di documentare..”
Ma necessità di chi? E, soprattutto, documentare cosa?
Un festival della futilità, senza capo e ne coda, foto e fotografi che si emulano a vicenda in un ripetersi continuo, come se i vari autori fossero parte di una stessa Matrioska in balia di una tempesta che li lascia concettualmente e perennemente in alto mare, senza possibilità di approdo.
Tanto sono in difficoltà che ho necessità di mettere delle foto a corredo, per cercare di trasmettere il mio pensiero e la mia insofferenza a questa esibizione, certamente snob, di prosopopea artistica.
Ma sbaglio io...certamente non sono all’altezza di capire, perché queste situazioni hanno preso il sopravvento, e se migliaia di persone fanno questa arte, e migliaia di critici ci sbrodolano sopra parole (così tante, e necessarie, da coprire il niente che descrivono) vuole dire che tra la
Fotografia e il semplice appassionato, come sono io, si è creato un solco difficile da riempire.
E’ anche vero che i gusti sono vari e variabili, che la fotografia che piace a me non è certamente quella concettuale, non lo è mai stata e mai lo sarà e che molto probabilmente non sono un campione rappresentativo, d’altronde si parla di giovane fotografia ( e per quanto mi riguarda sono un acceso fautore del “largo ai giovani” ) e io di giovane comincio a non avere più niente.
Lascio a queste poche foto la descrizione del mio disagio ( ma,posso assicurare,anche di altri visitatori ) di fronte ai "lavori" esposti.
Le prime tre. In una bella stanza vengono esposti 11 pannelli per un totale di 1350 fotografie, tutte fatte di notte, il soggetto è visibile, cancelli, strade,cartelli stradali,macchine e via discorrendo...qualità fotografica inesistente, il concetto? la ripetizione?, la monotonia? non saprei, dopo due minuti ero uscito.
Le successive tre. Qui di fotografie non ce ne sono proprio, così da togliere ogni dubbio a chi pensava di essere andato a vedere un festival di foto. Siamo all'ex ospedale psichiatrico di Reggio Emilia, significato? Spiegatemelo voi, questa è una istallazione ( che ormai hanno preso il sopravvento ) totalmente estranea al concetto di fotografia e da qui il titolo del post OFF TOPIC.
Penultima. Anche questa non ha nessun nesso, è una istallazione ma non mi è dispiaciuto il concetto del trapano a mano che tritura la fotografia, certamente questo festival l'ha fatto
Ultima. Delle foto! Eureka!
Spero che Cortona non mi deluda, è la mia ultima spiaggia