E' passato un altro anno e il
Cortona on the move si ripresenta ancora una volta pieno di interessanti esposizioni sulla fotografia di viaggio, anche se la definirei una carrellata di veri e propri reportage la cui qualità rimane, per i miei gusti, sempre molto alta.
In una bellissima giornata di sole infrasettimanale, e nonostante una città invasa dai turisti, anche quest'anno sono riuscito a godermi le mostre in totale solitudine, dandomi il tempo necessario per guardare e riguardare i vari lavori che sono distribuiti in belle location del centro storico e nella imponente Fortezza del Grifalco, qualche chilometro fuori Cortona.
Come detto trovo tutto il percorso corrispondente ai miei gusti di fotografia, quella che indaga e rappresenta la realtà delle cose, schiaffandoti in faccia la cruda immagine dei tempi che stiamo vivendo, passando per progetti faraonici come quello di
Darcy Padilla che ha dedicato 21 anni a documentare la straziante vita di Julie nel suo progetto Family Love, al bellissimo Futuristic Archaeology di
Daesung Lee sui cambiamenti climatici, ad altri lavori, più o meno corposi e di ottima qualità, tra cui segnalo anche
Appleby di Mattia Zoppellaro, che si è meritato il privilegio di avere la propria immagine quale rappresentativa dell'intero festival ed è esposto all'esterno nei bei viali ombreggiati del Parco Parterre.
Sono però due i lavori che voglio segnalare con maggiore attenzione;
The Heavens, un lavoro di Paolo Woods e Gabriele Galimberti, che indaga a fondo su quelli che sono i paradisi fiscali nel mondo e di come sia facile eludere le tasse con l'avvio di società offshore creabili in pochi minuti e senza formalità alcuna, un network che coniuga sperduti uffici licenze in uno sperduto stato americano a paesi caraibici che delle società offshore hanno fatto la propria bandiera e ricchezza, dove si insegna in scuole pubbliche come amministrare questi capitali in modo che il futuro management sia autoctono.
Vedendo questa mostra, dopo aver compiuto un percorso fatto da immagini di sofferenza, povertà estrema e guerra, ci si trova di fronte alla sfrontatezza della ricchezza sfacciata, dell'opulenza cafona e fuori dalle regole, di persone che da sole possiedono più capitale di un piccolo stato.
L'altro è EUROPA una raccolta realizzata da vari autori della Magnum.
All'inizio il percorso narrativo pare il "solito" reportage sui migranti e sugli accadimenti di questi ultimi anni, passando per Lesbo, Lampedusa, la Croazia e l'Ungheria,le lotte in Palestina, i reticolati ed i muri di cemento armato.
Già questo basterebbe a turbare chiunque abbia un minimo di coscienza.
Ma poi, nello scorrere dei corridoi, alcune cose cambiano, le immagini sono diverse, così come le persone...non sono Africani questi, non sono Siriani che scappano dalla guerra, questi ci somigliano,siamo noi!
Sono i nostri genitori, e i nostri nonni, che scappano dai bombardamenti, che cercano rifugio e cibo portandosi dietro qualche vettovaglia, qualche straccio e i bambini piangenti.
Per poi arrivare, con un breve salto temporale, con la faccia davanti al muro di Berlino, alle famiglie separate, all'idiozia del genere umano che riesce sempre, e continuamente, a manifestare il peggio di se.
Loro oggi non sono altro che quello che siamo stati noi, ed è il messaggio che ho voluto cogliere da questo vero, e bellissimo, storyteller.
Chiudo infine segnalando il The Larry Towell Show
della Magnum, un capitolo a parte che vi auguro di poter godere nella totale solitudine e silenzio, così come è capitato a me.