GIAMPAOLO MAJONCHI
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Saper dire basta

date » 13-11-2020 14:20

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Come social seguo solo instagram,(un pò Pinterest) ambiente più pacato, meno rissoso e certamente più concentrato sulla fotografia. Al momento seguo 930 profili, nulla in confronto al miliardo (miliardo!) di utenti mensilmente attivi. Ovviamente la grande maggioranza di chi seguo è costituita dalla tipologia di fotografia che prediligo (lomo,instant,ritratti,viaggi reportage ecc) ma c'è anche una folta schiera di tipologie seguite per pura ammirazione, per esempio Charlotte Bories che trovo fantastica, anche se lontano mille anni luce dalla mia fotografia.
Questo preambolo non serve a niente, e si discosta molto da quello che volevo veramente dire, e cioè che in questo turbinio di foto ci sono alcuni autori/ici, soprattutto ici, che replicano la stessa foto per mille e mille volte, senza che nessuna possa aggiungere qualcosa a quella precedente.
Mi chiedo se questa è narrazione, o è solo una sequenza di scatti singoli scollegati tra loro (magari destinati alla vendita), oppure lo sfruttamento di un filone che porta i "famigerati like" quasi obbligando il fotografo a rimanere intrappolato in un ruolo da cui poi diventa difficile uscire.
Insomma ad un certo punto bisognerebbe saper dire basta, o no?

Alto tradimento

date » 21-01-2020 14:53

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Ero maldisposto all’idea di portarmi chili di materiale fotografico già prima di partire nonostante la meta, il Giappone, fosse denso di aspettative.
Non mi piace fotografare con la digitale ma anche per tutto il resto, polaroid e lomo, ero stranamente poco “carico”. Ciononostante, arrivati al fatidico momento di chiudere la valigia, non ho potuto non portarmi dietro una digitale, 2 instant e 2 holga, con tutto il carico di cavetti, batterie di riserva, schede di memoria, decine di pellicole 120 e decine di scatole per le istantanee.
Ma non ero in forma, già lo sapevo…
Il primo giorno, dopo un viaggio innervosente, voce del verbo coincidenza persa causa tempesta e ore e ore nei vari aeroporti, mi carico a tracolla tutto l’armamentario ed esco per la mia prima esplorazione di Tokyo. Ed ho avuto la conferma che veramente tutta quella roba era di troppo, anche le poche istantanee che ho fatto sono state uno strazio, le Holgas poi non hanno visto nemmeno la luce del giorno, ben chiuse dentro la borsa.
Secondo giorno, digitale, batterie, cavetti power bank hanno trovato posto su uno scaffale della camera d’albergo e sono uscito con il cellulare, nuovo di pacca, e ancora holga e polas..
Niente da fare, ho cominciato ad usare solo il cellulare, decine e decine di scatti, usando tutte le varie nuove funzioni.
Risultati incredibili, una praticità unica, una resa incondizionata.
Per farla breve, molto spesso sono uscito solo con il cellulare, altre volte anche con le instant e le holga, mai con la digitale, che dallo scaffale dell’albergo 1 si è posizionata sullo scaffale dell’albergo 2
Saldo finale di un viaggio in Giappone, molto superficiale, perché il paese merita molto più tempo e molto più entusiasmo:
900 foto con il cellulare
10 foto con la polaroid (3/4 presentabili)
40 foto con la instax (forse un paio decenti)
6 rulli holga (che devo ancora far sviluppare, ma nutro poche speranze)
12, e dico 12, foto con la digitale (0 presentabili)
Se non è alto tradimento questo…

Lomo e scatolette di plastica

date » 08-02-2014 12:27

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tags » lomo, lomography, holga, diana, lightleaks, lca, lca+,

La Lomografia può essere considerata un vero e proprio approccio fotografico? oppure è semplicemente una moda, un pò snob, per distinguersi dalla massa dei fotografi che ormai, tra smartphone e macchinette compatte ad altissime prestazioni si moltiplicano in maniera esponenziale?

Sappiamo che la fotografia così come l’abbiamo pensata per più di un secolo è morta e sepolta. La fotografia fatta di ragionamento tecnico e del sapere attendere non è più praticabile in un mondo che ormai pretende di vedere e far vedere all’istante dove si è e con chi, cosa si mangia e cosa si beve, come ci si veste prima di uscire per andare a scuola o al lavoro.
Così come non è più (quasi) praticabile dal professionista fotografo che è costretto a consegnare il lavoro in tempi brevissimi e quindi deve essere certo del risultato ottenuto.
La fotografia digitale ed internet sono un connubio bellissimo ed esplosivo perché da una parte abbiamo avuto modo di vedere cose impensabili solo qualche anno fa, dall’altra ci siamo trovati sotto centinaia di milioni di foto inutili che tra l’altro hanno schiacciato verso il basso la possibilità, alle nuove leve della professione fotografo, di emergere deprimendo professionalità e, soprattutto, il riconoscimento del valore intellettuale ed economico di uno scatto.
Oggi tutti pensano di saper fare una foto ma, soprattutto, tutti sanno che con un qualsiasi programma di fotoritocco si possono ottenere in pochi minuti fotografie ad un livello più che accettabile per essere consumate in pochi secondi.
Così mentre il digitale aumentava le possibilità pratiche della fotografia, internet ed il fotoritocco la soffocavano.

Questo è un processo irreversibile per cui è inutile ricamarci sopra e quindi, tornando alla domanda iniziale, io credo che entrambe siamo delle verità; la Lomografia è indubbiamente un approccio fotografico ed è senz’altro una moda.

E’ un approccio fotografico, e qui posso parlare per esperienza personale, nel momento in cui non si riesce a partire per un viaggio agli antipodi, o per un tour fotografico sotto casa, senza pensare a che macchina portare, che pellicola, che tipo di situazioni troveremo o, ancora, cercando di immaginare che risultato otterremo ( il più delle volte disatteso...)

E’ una moda perché prima è scoppiata la mania di avere l’oggetto da esibire e poi questa mania si è trasferita (ancora) nel digitale.
Conoscete una app fotografica che non proponga filtri vintage, vignettatura o cornici polaroid?
Oggi ci sono fior di digitali che con appositi programmi propongono i filtri Lomo già in fase di ripresa per non parlare poi degli obiettivi in plastica da applicare a macchine da migliaia di euro.
Come sempre di tutto un po', e con molta confusione.

Io parlerò delle mie esperienze con la Lomo e altre russe, di cinesi e di come si possa partire per un viaggio con alcune scatolette di plastica e la coscienza a posto.

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